Teoria del rimpianto

Teoria del rimpianto

"Ma se vendo ora registro una perdita !"
Quante volte abbiamo sentito i Clienti pronunciare questa frase ?

Esiste una teoria psicologica che spiega tale atteggiamento: quando dobbiamo confrontarci con un investimento in perdita, cerchiamo di evitare di fare quelle scelte che ci confermerebbero di aver fatto un errore.
Vendere un'azione registrando una perdita crea sensazioni di rimpianto e vergogna (verso se stessi, i propri familiari, i clienti), molto più che mantenere l'azione in portafoglio, sperando che prima o poi (!) questa riprenda il valore iniziale.

Meir Statman descrive così tale meccanismo psicologico:
"La gente investe sia per ragioni cognitive che emozionali. Investono in Borsa perchè speculare può soddisfare il proprio orgoglio. La speculazione porta orgoglio quando le decisioni si rivelano giuste, ma porta rimpianto quando si rivelano sbagliate. Gli investitori cercano di sottrarsi al dolore del rimpianto evitando di "realizzare" le perdite".

"Realizzare" una perdita … Ma la perdita di valore è già nell'investimento, vendere o mantenere non cambia la sostanza delle cose.
La razionalità dovrebbe portare l'investitore a porsi la seguente domanda : "Qual è la strada migliore per recuperare il valore iniziale ?". Dopotutto, se vendiamo un'azione in perdita, questo non significa che il giorno dopo  mercati finanziari chiudano i battenti per sempre.

Perchè allora mantenere le posizioni in perdita, anche se questo ci impedisce di investire quel capitale in qualcos'altro capace di offrire migliori prospettive ? La psicologia ci dice che abbiamo la tendenza ad organizzare i ragionamenti per compartimenti mentali, rispetto ai quali cerchiamo di trattare ciascun problema in maniera indipendente, invece di ottimizzare il tutto. Ci ostiniamo quindi a cercare la soluzione (indolore…) a quel singolo investimento, anche se in questo modo finiamo di perdere delle opportunità a livello aggregato.

Lo sforzo da condividere con i Clienti è dunque quello di cercare di superare questi ancoraggi mentali, ed arrivare a concepire il capitale investito come qualcosa di molto "liquido", capace di affluire verso (defluire da) le opportunità migliori (peggiori).